

Lorenza Russo
Libri

Pare farlo apposta, una volta giunto a Ceva, a piegare a nord ovest per descrivere un arco che abbraccia le Langhe. Sotto il ponte della statale il Tanaro, uscito dalle gole pietrose dei Rocchini, ha già cambiato aspetto, da cordame contorto in flutti spumosi si è fatto nastro di raso e neanche le acque della Cevetta, che lo raggiungono subito dopo, lo movimentano un po’. Tira quasi dritto verso Piantorre, poi inizia un percorso tortuoso per bordeggiare, come un veliero, le colline del vino.
Sembra procedere senza meta tra calanchi e argille erose che ne intorbidiscono le acque e, forse senza saperlo, si allontana dalla Bormida, che sposerà, come dice Manzoni, solo dopo un tempo lunghissimo, infinite divagazioni tra Monferrato e campi coltivati, lanche e golene alberate, affluenti che ne aumenteranno la portata e dighe che lo deprederanno.
Parrebbe quasi una storia d’amore contrastata… Quando il Tanaro è a Ceva, la Bormida con il suo ramo occidentale attraversa Millesimo, a pochi chilometri in linea d’aria (mentre con l’altro, che sempre Bormida si chiama, bagna Cairo Montenotte), ma i due fiumi si uniscono solo nelle terre alessandrine, vicino a Pavone, e insieme, finalmente, corrono verso il Po che li condurrà nel Delta tra romantici casoni di pesca e praterie di salicornie.
Forse mi piacerebbe seguire il corso del Tanaro verso la Bormida, ma è alla sua parte alta che si rivolge questo libro. Lasciate allora che vi conduca a ritroso verso il vero inizio della storia, tra gole rocciose e cascate ghiacciate
ALTA VAL TANARO
Guida romantica per i villeggianti

GIROTONDO ALPINO
IN auto tra Cozie e Marittime
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Mai avrei pensato di andar per monti in auto.
Nei lunghi anni dolomitici ho calpestato chilometri di sentieri e percorso migliaia di metri di dislivello, chissà dove sarei arrivata se non mi fossi fermata ogni volta, se avessi continuato a camminare senza tornare a casa, giorno dopo giorno, salendo metro dopo metro. Forse avrei raggiunto Venere, che è il pianeta più vicino alla Terra. Sicuramente sono stata anche sulla Luna, quei giorni nella conca di Fanes, tra pallide rocce affusolate e ghiaie chiare, o al Rifugio Biella, una notte in cui la Croda del Becco illuminata dal nostro satellite era divenuta color del latte e la camerata in cui dormivo una navicella spaziale. Ancora mi chiedo perché non sono uscita a passeggiare sospesa in quel chiarore meraviglioso…
Nei boschi ho trascorso lunghe ore solitarie, in ascolto e in silenzio come in un tempio. Ho inalato essenze balsamiche, raccolto pigne, incontrato caprioli, tassi e vipere, mi sono messa pancia a terra per cogliere, senza romperlo, un porcino che era cresciuto attaccato ad una ceppaia. Alla sera avevo le unghie nere, il profumo di muschio addosso e le formiche ovunque. Ho immaginato fauni, ninfe e spiriti ancestrali, mi sono persa e ho avuto paura del buio.
Ho esplorato così a lungo le Dolomiti e ora mi sento un po’ dolomitica anche io, una guglia alta e sghemba che si guarda intorno assorta.
A un certo punto dal nordest mi sono trovata nel nordovest, e ho messo altre radici in riva al mare. Anche se era ovvio che gli avrei voltato le spalle, in cerca di nuove cime da esplorare e di altri boschi di conifere in cui perdermi. Oltre la catena dei Monti Liguri, sfiorando colline di vigneti pettinati, sono arrivata a Cuneo, che come un sole irradia tante valli. E lassù ho conosciuto le strade più straordinarie delle Alpi.

OLTREMARE
Di valle in valle nel Ponente estremo
L’estremo Ponente è un regno arcaico di paesi di pietra in bilico su pendii brulli grigioverdi e su distese tremolanti di ulivi d’argento. Fermo ad un suo tempo interiore, immutabile. È un affresco in una chiesa campestre, un polittico prezioso, un Giudizio universale terrificante, un ponticello a schiena d’asino, un torrente che scava una forra. È una torre di avvistamento puntata verso il mare, una meridiana dipinta, è una rete di castelli diroccati. È rito ancestrale per celebrare il passaggio delle stagioni, flusso denso di olio dorato, processione di flagellanti incappucciati, fascio di erbe selvatiche raccolto da streghe sapienti. È filari di viti messe a dimora sulle fasce dei benedettini che hanno inventato la pianura in un mondo verticale. È un lembo di terra strategica conteso da sempre, una strada militare sulla cresta delle montagne, è la neve delle Alpi più vicine al mare, una via del sale che si arrampica sui crinali, un sentiero tra le spine per i contrabbandieri, un borgo attraversato dalla transumanza, una pecora con le corna a ricciolo. È un artista di Bussana, una parrocchiale scoperchiata dal terremoto, è ardesia, un passaggio voltato, una partita di pallone elastico. È la sabbia fine, gli alberghi Liberty sulla spiaggia, il Festival della canzone italiana. Lì, dove l’Italia finisce. È palme e fiori, è l’arco del sole, l’attesa di un confine. È distanza. È dialetto imperiese, lingua brigasca, cucina bianca, pane di Triora, bruss, baci di Alassio, stròscia e piscialandrea. È il Far West
LANDA D'AUTUNNO
Strade solitarie tra Erro e Bormida

Un mare di colline mi attrae tra le sue onde verdi che sbattono su rocce purpuree e calanchi vetrosi. Come gabbiani bianchissimi, minuscole chiese si appoggiano sulle alture, visibili da lontano e segnano uno dei tanti orizzonti di una landa solitaria bagnata da fiumi e torrenti in discesa verso la pianura.Per questo mondo di mezzo, dove l’Appennino abbozza le sue prime forme,non ho un nome. O meglio, ne ho tanti, Bormida di Millesimo, Bormida di Spigno, Alto Monferrato, Alta Langa, valle dell’Erro… C’è sempre stato? Anche gli scorsi anni? Non ne sono così sicura, perché me ne sono accorta solo da poco, affacciandomi oltre il bordo della provincia di Savona, nella quale vivo. Mi ha stupito, calmato, sedotto e rigenerato. Si è materializzato, come d’incanto si è disegnato sull’ atlante che tengo sempre in auto. Eccolo, compreso tra le ultime Bormide e i prati lunghi della Badia di Tiglieto. Il Beigua e le sue balze boscose lo separano dal mare. Quante stradine, spesso bianche, sterrate… A parte due provinciali importanti, è una ragnatela di percorsi minori. I paesi, quelli scritti in grassetto, sono Monesiglio, Cortemilia, Bistagno, Sassello, Spigno, per il resto mi sembrano posti così piccoli che u nome non ci sta. Dal vertice di questo triangolo, Acqui Terme emana vapori bollenti e sulfurei.Stasera sono a casa, dalla costa soffia una libecciata violenta e l’aria, anche qui nell’ entroterra, è salmastra. Meraviglie del Finalese, stare in campagna sentendo il profumo del mare, passare dalla sabbia ai boschi bui di lecci in un attimo. Sì, è un posto meraviglioso, il più bel nido che io abbia mai avuto.Però riguardo le foto fatte durante il giorno, in un’esplorazione da Sassello,e mi prende una malìa per quelle terre cui non voglio resistere. Sento che quei posti mi mancano già e come sirene suadenti mi inducono a tornare. A tornarci presto. L’indomani, alle otto, sono già in macchina.

MI PORTI IN VALBORMIDA?
Guida stradale e turistica
Ogni notte, quale un immenso animale estinto, la Val Bòrmida ispida di latifoglie sonnecchia distesa tra Liguria e Piemonte. I venti, che dalla galleria di Melogno si incanalano nell’oltregiogo, fanno fremere la cresta di antiche rocce che separa il ramo occidentale da quello orientale e tengono in allerta i lupi, che in ogni sbuffo d’aria annusano richiami e minacce…
Inizia così, in tono fiabesco, la guida a una valle poco conosciuta e frequentata, percorsa soprattutto per arrivare sulla costa o per raggiungere le Langhe. Distesa tra Liguria e Piemonte, la Val Bòrmida è innanzitutto un luogo di fascino, immerso in un suo tempo interiore. Quattro brevi itinerari automobilistici portano a scoprire bellezze dimenticate e raccontano storie antiche. Una ricca lista di indirizzi permette di fermarsi, per un pranzo, una cena, una notte o forse di più.

AUTOBIOGRAFIA FINALESE
Guida sentimentale ai luoghi del Finalese e alla loro vita
Un racconto per capitoli di un territorio eccezionalmente ricco e vario, non solo da un punto di vista geografico. Il Finalese è vita di mare, di arrampicata, di passeggiate nella macchia e di borghi medievali, ma è soprattutto un luogo in cui c’è sempre tempo per fare altro, perché il territorio è compatto. È un mondo declinato in una varietà di paesaggi che si armonizzano ai diversi toni dello spirito e avvolto in una dimensione temporale insolita e affascinante. È una realtà che si frammenta cambiando prospettiva, è un sentimento che muta di intensità a seconda del clima. Questo libro ne descrive i luoghi, cercando di restituirne l’anima. Un libro gradevole da leggere, ma anche da usare come guida escursionistica, grazie alla comoda appendice di Istruzioni per l’uso.

PALLIDI NOMI DI MONTI
Il libro nasce da una tesi di laurea sulla toponomastica ampezzana: studiare i nomi di una zona è un modo affascinante di avvicinarsi alla cultura locale, perché i toponimi non sono mai stati dati a caso, ma anzi rispecchiano una realtà storica e geografica non sempre evidente ad uno sguardo distratto. Un nome di luogo ripete la forma di una montagna, il tipo di vegetazione forse non più presente, racconta un episodio o adombra usanze e tradizioni oggi sfumate. I risultati del lavoro universitario sono organizzati in 40 itinerari alla portata di buoni escursionisti, ma anche di semplici passeggiatori in erba. È un libro per turisti curiosi di sapere perché quel monte lassù, o quel bosco fresco che hanno appena attraversato, si chiamano in un certo modo. Un libro da consultare dopo una gita e che può ispirare l’idea di nuovi itinerari da affrontare in questa inedita prospettiva.
La Cooperativa di Cortina, Regole d’Ampezzo e Cassa Rurale Artigiana, 1994 (esaurito)

BESTIARIO D`AIAL
Dal lungo rapporto con i Monti Pallidi è nato anche il libretto di favole Bestiario d’Aial, scritto e illustrato dall’autrice. Le storie, ambientate nei boschi di Cortina d’Ampezzo, hanno il testo a fronte in dialetto ampezzano, infatti il Bestiario è stato pensato per gli allievi della Scuola elementare di Cortina che spesso non conoscono la natura della valle in cui abitano. Le favole sono originali, inventate spesso sulla base dei nomi di luogo che alludono alla presenza di molti animali selvatici nelle sterminate foreste che coprono lo spicchio meridionale della conca ampezzana.
Comune di Cortina d’Ampezzo, 2003

DOVE NEL FINALESE
Il meglio di osterie, locande, agriturismo e prodotti tipici
Una guida dedicata al Finalese, triangolo di terra appoggiato sul Mare Ligure, sospeso tra la costa e i monti, che offre una cucina con ricette di mare e di terra. Una guida pensata per chi, quando esce dalla città, cerca qualcosa di totalmente diverso e “lontano”, per staccare da ritmi e abitudini pesanti, senza spendere troppo. Una guida scritta per mostrare che è possibile concedersi una vacanza particolare senza andare in rovina. In qualsiasi stagione.
Cda&Vivalda editori, Torino, 2003

CAMMINARE IN MONTAGNA
Camminare in montagna è una pratica antica quanto l’uomo. Negli ultimi due secoli è diventata non più soltanto una necessità e chi va sui monti lo fa, si spera, per piacere. Questo libro è rivolto a chi vuole lasciare le sue impronte sui sentieri italiani di collina e di montagna, attività che richiede qualche regola, una certa preparazione fisica, un’attrezzatura ridotta e una conoscenza dell’ambiente. Il modo di camminare raccontato è classico, o forse fuori moda, e prevede un cammino lento che è anche osservazione del mondo naturale e culturale in cui si svolge, in modo che la passeggiata non sia più soltanto un percorso con un punto di partenza, uno di sosta e uno di arrivo, articolato in una fredda scala altimetrica… Il manuale offre le linee-guida dell’escursionismo e propone una serie di itinerari, dalle Dolomiti all’Asinara, tra Alpi, Appennini e rocce costiere, sulle tracce della storia e di quel numero infinito di persone che ha camminato sulle montagne italiane prima di noi: pastori, pellegrini, eretici, mercanti, sovrani ed eserciti. I sentieri conservano la memoria di chi li ha tracciati e di chi li ha percorsi. I sentieri sono il filo rosso che lega l’uomo satellitare al suo antenato, sono la filigrana della storia dei monti.
INDICE. Prepararsi al cammino – Programmare l’escursione – Guida all’orientamento – In cammino – Gli itinerari - Termini tecnici.
Hoepli, Milano, 2008
